Cristian Ruiz nel musical “Hairspray” interpreta il ruolo del “trascinatore televisivo” Corny Collins. E’ uno dei performer italiani che il pubblico ricorda in molte intepretazioni, da “West Side Story” a “Rent”, da “My fair lady”, ad “Alta società>”, quindi lascio che sia lui a parlarci più diffusamente delle sue esperienze…
Io ho cominciato molto giovane come ballerino e mi sono subito innamorato del musical. Ho cominciato con la Compagnia della Rancia e con un titolo importante, “West Side Story”.I lavori che ho fatto sono tanti perché mi sono concentrato molto sul teatro musicale. Ho avuto la lungimiranza e la determinazione di rimanere sempre in Italia, ci sono tanti miei colleghi che sono andati all’estero, in Germania o in Spagna…Io sono assolutamente a favore di tutto ciò, però sai il mercato inglese è più difficile in paesi europei come la Germania o la Spagna, quando professionalmente ti senti vicino a un certo tipo di spettacolo…però ho deciso di rimanere in Italia, dove ho casa, famiglia e affetti…e per fortuna i lavori sono poi arrivati copiosi!
Fortunatamente il musical è un teatro in continua evoluzione, ma, a differenza della prosa, si rivolge comunque ai nostri tempi. Nel musical non c’è molto teatro di sperimentazione, quindi tutti sono possibilitati a comprendere i messaggi che lo spettacolo veicola.
Cosa rende “Hairspray” così attuale?
Si parte già da alcune tematiche molto attuali e universali, molto di più qui in Italia più che in America. L’integrazione è un tema che noi sentiamo molto: non dobbiamo cadere negli errori di sempre perché comunque “You can’ t stop the beat”, come dice la canzone, il mondo va avanti e il futuro arriva e ci travolge e noi possiamo scegliere di cavalcarlo, invece di farci travolgere.
Il personaggio di Corny Collins si rende portatore di un certo tipo di messaggio all’interno dello spettacolo…
Le corde che muovono Corny sono un po’ meno “umanitarie” di quelle che muovono Tracy. Lui è comunque interessato al suo programma, pur essendo un personaggio positivo, favorevole all’integrazione. Resta comunque mosso da una motivazione di tipo pubblicitario, è una sorta di Maria De Filippi.
Qual è il momento dello spettacolo ti emoziona di più?
Sicuramente la canzone cantata da Motormouth, “I Know Where I’ve been”. Mi emoziona anche “Good morning Baltimore”, perché comunque è una dichiarazione d’amore di Tracy nei confronti della sua città.
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